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Gianmarco Tomai racconta il progetto Bear Trip: “un punto d’incontro tra jazz e musica elettronica”

Un progetto crossover dove il jazz si sposa con l’elettronica ed altri linguaggi. Pubblicato da Emme Record Label, Bear Trip è il primo disco dell’omonima band formata da Lewis Saccocci alle tastiere e synth, Gianmarco Tomai al basso e synth e Nicolò Di Caro alla batteria. Il bassista della bnand ha raccontato a Jazz Agenda la nascita e l’evoluzione di questo progetto.

Bear Trip è un progetto crossover, un punto di incontro tra il Jazz e la musica elettronica. L’uso dei synth si sposa con strutture mutevoli che incorniciano momenti solistici, mai necessariamente punto di arrivo del climax compositivo. Nelle nostre composizioni si percepiscono le innumerevoli influenze che hanno portato alla nascita del progetto e del disco: Dub, Funk, Drum&Bass, Jazz, Ambient, Rock e molto altro. Il nostro progetto si basa fondamentalmente sulla sperimentazione, e l’uso dell’elettronica ci permette di prendere direzioni molto ampie dal punto di vista stilistico e strumentale. Permette ad esempio al basso di avere la funzione di una lead o di un vero e proprio strumento solista, mentre il pianista si trova a svolgere la funzione di bassista a tutti gli effetti.  L’aspetto ritmico spesso diventa il focus delle composizioni, assumendo la stessa importanza di quello solistico.

Gianmarco Tomai ci racconta anche il percorso che ha portato alla nascita del disco. Come spesso accade tutto nasce tra i banchi del conservatorio…

Il disco nasce dall’incontro umano e artistico di tutti i membri del gruppo. Ci siamo conosciuti in conservatorio, eravamo compagni di corso e abbiamo suonato spesso insieme in varie formazioni prima di arrivare alla formazione dei Bear Trip. Inizialmente eravamo molto vicini al Jazz/Fusion come approccio musicale.  Uno degli ostacoli che volevamo oltrepassare in fase di costruzione del repertorio era la struttura tema-solo-tema che era parte fondamentale di quasi tutte le nostre prime composizioni. Con il passare del tempo le strutture dei brani sono diventate sempre più assestanti e affiancate dall’elettronica sono sfociate naturalmente del disco. Il nostro è un repertorio in continua evoluzione, molti brani hanno cambiato forma molte volte. Brani come SR148 e il Guardiano del Farro, ad esempio, sono cambiati radicalmente in fase di costruzione del repertorio da registrare ed alcuni sono ancora in fase cambiamento.”

Un disco, dunque, che rappresenta un inizio e soprattutto uno stimolo. A proposito Gianmarco Tomai prosegue…

Credo che il disco sia un punto di partenza, uno stimolo dal quale imparare e migliorare, siamo contenti di quello che abbiamo realizzato, del percorso fatto fino ad ora e guardiamo avanti. Non è semplice in questo momento storico decidere di realizzare un progetto discografico, da molti punti di vista, ma il desiderio artistico era talmente forte che abbiamo accettato la sfida e ne siamo felici. Le presentazioni del progetto discografico sono state delle bellissime esperienze live che ci hanno permesso di farci conoscere al di fuori della nostra città, oltre che di consolidare il sodalizio artistico tra noi. Ringraziamo Enrico Moccia e tutto lo staff di Emme Record Label per il supporto, siamo molto felici di far parte di questa etichetta. Buon ascolto!

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